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Solo: una storia di Star Wars?

  • Anakin
  • 8 giu 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Ho aspettato qualche giorno. Non mi sentivo pronto. Perché qualche giorno fa, ormai sono passate un paio di settimane, quando sono uscito dal cinema nel mio cervello riecheggiava un’unica domanda: perché?

Solo: a Star Wars story è un film del 2018, per la regia di Ron Howard, che ha ufficializzato la mia totale sfiducia nei confronti della ripresa di un brand, quello di Star Wars, il quale non aveva alcun motivo di essere ripreso. E la motivazione è sempre più chiara con il passare dei film: eccezion fatta per quel gran film che fu Rogue One(motivo della mia iniziale grande aspettativa nei confronti di questo secondo spin off), tra i due episodi della nuova trilogia e questo nuovo Solo ho ricevuto solamente delusioni.


Una cosa che ripeto sempre quando mi ritrovo a dover mio malgrado criticare i nuovi film Lucasfilm è che il nuovo filone di Star Wars sia totalmente incoerente e irrispettoso nei confronti di quella che fu l’esalogia, cercando questi ultimi di riprendere una storia che era ben inquadrata, raccontata e conclusa all’interno dei primi sei film.

Con gli spin off però un particolare non da poco viene in aiuto agli sceneggiatori e alla mia tolleranza: andando a toccare argomenti che esulano da quella che si possa a tutti gli effetti considerare la storia principale, si è più liberi da certi canoni e certe linee guida, che a quanto pare stanno tanto antipatiche a coloro che si sono occupati di riprendere le storie che su quelle stesse linee guida si basavano, con il risultato di restringere anche il mio senso critico.

Fu grazie a questo ragionamento che due anni fa promossi a pieni voti Rogue One, film d’azione ad ambientazione starwarsiana che svolgeva egregiamente il proprio lavoro: approfondire una storia inerente per vie traverse a Una Nuova Speranza, spiegandone anche alcuni aspetti un pochino più oscuri. L’atmosfera molto seriosa, quasi aliena a quella dei film dell’esalogia, era bilanciata dal giusto mix di azione, humor pesato(con k-2SO che, oltre ad essere ottimo per svolgere tale mansione, è stato anche l’ultimo personaggio, ahimè, a pronunciare quel “I have a bad feeling about this” che tanto fa schifo alla Disney) e una storia che, oltre ad avere un senso, era anche appassionante.


Appassionante. Una parola non scelta a caso la mia. In Rogue One veniva proposta una storia totalmente inedita, certamente, con personaggi totalmente(o quasi) inediti, certamente, in ambientazioni inedite, certo, ovvio, ma per raccontare cosa? Una missione che avrebbe portato alla conquista dei piani della Morte Nera, la tremenda stazione spaziale distrutta durante la battaglia di Yavin dall’alleanza ribelle, proprio grazie a quei piani. E vedere un manipolo di ribelli compiere un’azione che noi sappiamo essere suicida per rubare quei piani è stato appassionante, perché nella mente dello spettatore riecheggia l’esplosione della stessa stazione spaziale alla fine di Episodio IV. Come appassionante era stato vedere un finale, quello di Rogue One, che andava perfettamente a braccetto con il film del ’77.

In Solo tutte queste emozioni non vengono a galla. E non solo(pardon per il gioco di parole) per una prima parte del film piena di gag e tempi comici a mio avviso inguardabili, quanto per la totale assenza di una razionalità e di un collegamento tra quella che dovrebbe essere la storia raccontataci da questo film e tutto il resto, tutti gli altri film della galassia lontana lontana. Girare un banalissimo film d’azione appioppandoci le facce di alcuni volti noti dell’universo a noi così amato non è un modo per farci amare nuovi film del filone, o presunti tali. Sì, esatto, dico presunti perché in questo Solo, come anche nei due film della trilogia sequel dopotutto, l’atmosfera starwarsiana è totalmente assente. Mi si può criticare di eccessivo attaccamento alla saga forse, ma chi muove tali critiche dovrebbe essere consapevole che le storie da raccontare lì fuori sono infinite, sterminate, e se non si hanno idee su come rendere redivive delle tematiche già chiuse, come era quella della storia di Star Wars, c’è un ottimo modo per non andare fuori tema: non tirarle fuori. Non è necessario avere un film di Star Wars all’anno, e lo dice un super appassionato, si vive benissimo senza, magari rivedendosi quelli vecchi a cui siamo pur sempre così affezionati.


Vedere un Alden Ehrenreich riprendere anche abbastanza onestamente la parte di Harrison Ford, pur contrastando con una sceneggiatura che non lo aiuta certo ad assomigliare al contrabbandiere più canaglia che eroe descritto da Lucas tra ’77 e ’83, non basta per digerire una storia che di Star Wars ha poco e niente. Non serve nemmeno soffermarvisi particolarmente sulla storia, che ha ben poco da dire e non lascia nulla, veramente nulla, dopo la sua visione.


Una pochezza disarmante quella di un film che se non avesse quella dicitura alla fine, a Star Wars story, avrebbe certamente un appeal infinitesimale(o più probabilmente non ne avrebbe affatto), e proprio per questo è deprecabile ogni scusa per la quale la lontananza di tematiche e atmosfere possa essere un valore.


Ultimo appunto. Rogue One, che è stato citato forse troppe volte in questa mia disamina, aveva, tra i tanti, un pregio fondamentale: trattava un elemento, un avvenimento, quasi in secondo piano rispetto alla storia principale. La missione per la trasmissione dei piani della Morte Nera non era certo il fulcro di qualche film della saga: si sapeva fosse successa, certo, ma tramite una riga di introduzione nel primo storico opening crawl. Rogue One riusciva a rendere giustizia ad un elemento così piccolo costruendoci una storia coerente e ben contestualizzata nell’ambito narrativo che andava a toccare. Solo ha invece osato, andando ad incidere potenzialmente su quella che era una delle figure centrali all’interno della trilogia classica, senza però, al contempo, fornire alcun appoggio a quello che avevamo visto in precedenza. Se proprio è necessario continuare a sfornare film, e in particolare spin off, di Star Wars, è una buona idea quella di prendere in esame piccole porzioni di storia, piccoli personaggi da approfondire, non grosse colonne come Han Solo, rischiando di farle traballare o peggio crollare.


Preoccupante in tutto questo è che, vista la situazione disarmante anche dal fronte degli spin off, mi tocca dire la cosa più inquietante che mi sarebbe mai potuto venire in mente: speriamo in Episodio IX. E ho detto tutto.


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