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Gli Incredibili 2: cosa aspettarsi?

  • Anakin
  • 21 feb 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Per chi come me cerca sempre di evitare trailer di ogni sorta, un po' per non incappare spoiler e un po' per non avere troppe anticipazioni di film che comunque vedrò, decidere di affrontare quello di un film Pixar del calibro de Gli Incredibili 2 è davvero strano. Quando la casa produttrice è infatti quella della lampada Luxo, sorta dalle ceneri di uno studio di effetti speciali Lucasfilm, l’hype è alle stelle e le aspettative sono parecchio elevate. Quindi perché a questo giro ho deciso di buttarmi a capofitto in questo atto eroico? Semplice: perché le aspettative potrebbero non essere alte come in passato.

Dopo la ripresa di un universo narrativo come quello di Monsters&Co, storia perfettamente auto conclusiva e impossibilitata ad ammettere sequel(se non snaturandone la res, il motivo portante), dopo il seguito de Alla Ricerca di Nemo e dopo l’annuncio di un Toy Story 4(e anche in questo caso si potrebbe precisare che non si tratta di un vero e proprio seguito, ma allora perché quel numero alla fine?), la Pixar decide di ributtarsi alla ricerca del sequel, annunciando uno dei pochi veri e propri seguiti telefonati e suggeriti dallo stesso film precedente: Gli Incredibili 2.

Effettivamente alla fine del film del 2004, per la regia di Brad Bird, e qui non ho paura di fare spoiler perché chi legge un articolo sul seguito de Gli Incredibili non può non aver visto il film precedente(e sarebbe grave a prescindere), il colpo di scena finale proprio un attimo prima dei titoli di coda sembrava annunciare una nuova minaccia da questo fantomatico Minatore. Questo almeno è quello che si potrebbe pensare ad un primo sguardo.


Se da un lato infatti il finale aperto concede una possibile boccata d’aria alla storia, ammettendo magari anche il suo futuro sviluppo in un secondo film, dall’altro l’apparizione di quel personaggio totalmente casuale proprio in quel momento, a seguito della massima morale che il capolavoro Pixar ci aveva dato magistralmente in pasto…era fondamentale. La famiglia di supereroi sarebbe dovuta mostrarsi nuovamente unita di fronte ad altre insidie come quella affrontata nella precedente avventura, essendo tutti memori del messaggio metabolizzato. Il Minatore presentato così, appositamente come un personaggio del tutto estraneo alla vicenda appena conclusasi, rappresentava il simbolo di questo messaggio; presentare nuovamente al pubblico le gesta dei 4 supereroi(più uno) significa far cadere quella sospensione creata appositamente nel primo capitolo, significa dare un volto ed una storia ad un personaggio che fu piazzato lì proprio per non avere né un volto né una storia, all’interno di un’epopea, quella de Gli Incredibili, che sotto sotto era più auto conclusiva di molte altre pellicole del più grande studio di animazione mondiale.

Torniamo alla domanda di partenza: perché mi sono avventurato a guardare questo trailer? Perché le aspettative non sono più alte come in passato? Perché tutti questi discorsi filosofici su un…cartone animato?

Partiamo dal fondo. Definire i film Pixar “cartoni animati” è come minimo da denuncia, è sminuire(volontariamente o non) un filone di opere che ha sempre avuto una caratteristica fondamentale: presentare delle idee, non necessariamente innovative o mai viste(vedi Inside Out), che presentate in un certo determinato modo riescono a raggiungere più obiettivi, morali e spettatori possibili. La “multilettura” di tali opere è importantissima, per il semplice fatto che proprio questa caratteristica le distingue sia dai cartoni animati in primis sia in generale da molte altre opere cinematografiche. Per ottenere tale risultato quei geni della Pixar inventarono, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 un’infinità di filoni narrativi sempre diversi, con idee originali che dessero il giusto tocco pixariano.

Dopo Up, escludendo l’universo di Toy Story, in piena epoca Disney(che acquisì la Pixar nel 2006) su nove pellicole presentate cinque sono state riprese di vecchie idee pixariane(Cars 2 e 3, Monsters University, Alla Ricerca di Dory, Gli Incredibili 2). La paura che il processo creativo abbia subito una forte flessione è forte, anche e soprattutto considerando il fatto che negli ultimi anni lo studio californiano sia stato spronato a sfornare anche due film all’anno, subendo quella che a mio parere può chiamarsi “crisi Assassin’s Creed”: credo che chiunque, anche i non videogiocatori, abbia almeno una volta sentito parlare del franchise di casa Ubisoft; la fortunata serie di videogiochi dal 2007 al 2015 produsse in media sempre un titolo all’anno, ponendo la regolare cadenza annuale idealmente davanti alla buona riuscita di ogni singola opera. Il risultato fu proporre all’utenza una serie di videogiochi(si pensi a Black Flag e Unity) afflitti da numerosi bug e problematiche di ogni sorta, calando notevolmente la qualità che aveva contraddistinto la serie fino ad allora. Tornando alla Pixar, se è vero che anche negli anni d’oro della loro produzione il ritmo era incessantemente di un capolavoro all’anno, è anche vero, da parte mia, che finito quel ciclo estremamente fortunato prendersi due anni di tempo per la produzione di un nuovo titolo, come fu per quella perla di Inside Out, non sarebbe affatto male, anche e soprattutto per stimolare la produzione di quello che non necessita milioni e milioni di dollari di budget per essere prodotto: le idee, le buone idee, quelle che resero grande Pixar. E se we want to make Pixar great again il tempo per produrre quelle idee dobbiamo concederglielo. Tra l’avere un Cars 2 ogni anno e un Inside Out ogni due, non so voi ma io preferisco decisamente la seconda.

Come sarà questo Gli Incredibili 2? Spero di sbagliarmi ma…ho un gran brutto presentimento.


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