Nosferatu il vampiro: padre degli horror
- Gatsby
- 10 ott 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Questa volta vi propongo un vero e proprio tuffo nel passato. Per quale ragione? Semplice: ritengo che conoscere le radici della cinematografia, i primi passi, le prime inquadrature, sia utile non solo per poter analizzare i film odierni con una maggiore consapevolezza, ma anche per riuscire a contestualizzarli nel migliore dei modi. La storia del cinema è indubbiamente ricca di fascino e i dinamici processi che la caratterizzano non sono senz’altro di minore interesse. Il film di cui vi parlo oggi è una pietra miliare del genere horror… ”Nosferatu il vampiro” (datato 1922) narra le misteriose vicende del Conte Orlok, personaggio ispirato al celebre Conte Dracula del romanzo di Bram Stoker.

Ambientazioni lugubri, remote credenze popolari, antiche maledizioni, labile confine tra la vita e la morte: i classici elementi della Gothic Literature inglese. Sì ma in che modo una pellicola di quasi un secolo fa, in bianco e nero e per di più senza dialoghi, riesce ad essere attuale e godibile ancora oggi? La domanda è assolutamente lecita, la risposta tutt’altro che immediata e intuitiva. Dal mio punto di vista, l’opera merita ancora grande considerazione per l’importanza che riveste a livello storico: siamo nel 1922, lo spettatore accorto non deve aspettarsi dettagli perfetti, incredibili effetti speciali o straordinarie colonne sonore a cui oggi siamo abituati. “Nosferatu il vampiro” va apprezzato per le innovazioni che ha introdotto; è senza dubbio da ritenersi un notevole precursore nel panorama cinematografico dell’epoca. Non nego che ad alcuni potrà sembrare pesante, lento, noioso… ma se questo e altri imprescindibili film del medesimo periodo (di cui magari vi parlerò in futuro) non fossero mai stati girati, quali conseguenze ci sarebbero state? Come si sarebbe evoluto il cinema, con quali tempistiche? Non azzardo nemmeno a immaginarlo. In ogni caso, tralasciando le digressioni metafisiche, il film è sicuramente da vedere, almeno una volta nella vita.
Due doverose parole sul regista: Friedrich Wilhelm Murnau (1888-1931) fu un grande interprete dell’espressionismo tedesco di inizio Novecento e con le sue pellicole ha contribuito in modo decisamente significativo al progresso artistico in ambito cinematografico. Molte sue prime opere, in particolare tra gli anni 1919-1921, sono andate perdute, ma le restanti (alcune delle quali restaurate in tempi recenti) sono facilmente reperibili. A tal proposito, vi segnalo due titoli degni di nota: Aurora (1927) e Tabù (1931). Per chi volesse approfondire o fosse soltanto curioso di conoscere alcuni interessanti sviluppi, vi rimando alla visione di “Nosferatu, il principe della notte” (1979) di Werner Herzog e de “L’ombra del vampiro” (2000) di Elias Merhige.
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