Lo chiamavano Jeeg Robot: Blockbuster made in Italy
- Anakin
- 25 set 2017
- Tempo di lettura: 4 min
Voi cosa fareste se aveste dei superpoteri? Il filone supereroistico americano ha partorito numerosi prodotti che ci hanno mostrato diverse soluzioni. Ma se a farsi mordere dal ragno di turno, se ad essere esposto a raggi gamma o cose simili non fosse un “buono”? Se questi poteri non venissero usati per combattere il crimine?

Lo chiamavano Jeeg Robot, film del 2016 per la regia di Gabriele Mainetti, si pone questi interrogativi.
Perché non dare ad un rozzo criminale di basso rango la possibilità di rispondervi?
Detto fatto: Enzo Ceccotti è un ladruncolo dei bassi fondi di Roma; nel tentativo di seminare due poliziotti a seguito di un furto, il nostro cade nel Tevere. Sostanze radioattive che inquinano quelle acque gli trasmettono dunque dei superpoteri. Dopo una brutta febbre Enzo infatti si accorge di riuscire a piegare l’acciaio, resistere a colpi e coltellate; è insomma diventato una sorta di superuomo. Ed è qui che il film di produzione nostrana si distingue da quelli, pur dello stesso filone, d’oltreoceano.

Un teppistello di periferia non si sognerebbe mai, ottenuti dei superpoteri, di disegnarsi un vestito e andare in giro per la città a fare a cazzotti con i malviventi, soprattutto perché lui stesso fa parte dell’ambiente. L’unica idea che possa venire in mente ad un uomo solo, recluso in una zona degradata della città e abituato a cibarsi unicamente di yogurt, sarebbe di utilizzare tali poteri ai fini delle proprie attività criminali, per furterelli e rapine. Ed è quello che effettivamente fa Enzo all’inizio.
Come incipit, come idea di base, già potrebbe essere interessante. La trama generale è però arricchita dalla presenza di alcuni personaggi a dir poco geniali.
Nelle prime battute della pellicola Enzo conosce una ragazza un po’ svitata, Alessia. Questa è figlia di un “collega” del nostro protagonista il quale viene ucciso. Colto da una particolare compassione, Enzo la ospita a casa sua. Appassionata di Jeeg Robot, è proprio Alessia a dare un’anima, un’identità, al nuovo “supereroe”, affermando che i poteri di Enzo fossero simili a quelli del personaggio dell’anime.
Diciamocelo, nei film di supereroi spesso i villain hanno più appeal dei protagonisti stessi. Chi tra gli spettatori de Il cavaliere oscuro(in cui tra l’altro Claudio Santamaria, qui nei panni di Enzo, doppia il Batman di Christian Bale) non ha adorato probabilmente più il Joker che l’uomo pipistrello? Non ho citato a caso il personaggio di Eath Ledger: con le dovute proporzioni, anche in questo film si trova un personaggio simile alla nemesi di Bruce Wayne. Il capo della banda alla quale all’inizio del film appartiene anche “Jeeg Robot” è un tale chiamato “lo Zingaro”(Luca Marinelli), personaggio che sfrutta una miscela tra caratteristiche già note e collaudate nei film di questo genere con alcuni aspetti al contrario inediti e ben contestualizzati.
Egocentrico, estroverso, fintamente colto ma realmente attratto dalla fama televisiva, lo Zingaro è il villain che vorresti nel blockbuster della Marvel piuttosto che della DC.

La risata da psicopatico, il disinteresse nei confronti del denaro in virtù di una ricerca di qualcosa di più grande, rispetto, notorietà, potere, rendono lo Zingaro molto più simile di quanto non si pensi al più famoso personaggio targato DC, al quale non ha così tanto da invidiare.
I motivi dell’interesse e dell’affezione che nascono nei suoi confronti sono tuttavia da ricercare non tanto in quei punti comuni ad altri cattivoni dell’universo fumettistico, quanto nella capacità da parte dei suoi ideatori di uscire dagli schemi, pur partendo, certamente, da stereotipi pre esistenti: il tema della follia dell’antagonista non è certo una boccata d’aria fresca in campo supereroistico, abbiamo già evidenziato in tale senso possibili analogie con il Joker, ma in questo caso la follia dello Zingaro diventa quasi una sorta di parodia di sé stessa. Lo si potrebbe dunque indicare come un personaggio fortemente ironico, il quale non ha realmente un obiettivo; occhio però a confondere questo aspetto con il rifiuto dell’autorità del Joker, che rende il suo anarchismo una lettura filosofica di una realtà in cui il caos la fa da padrone: lo Zingaro non si pone domande circa i massimi sistemi, né si crea una propria visione e lettura della realtà, il suo unico scopo è assimilabile a quello di un qualsiasi ragazzino che inizia a postare video su YouTube piuttosto che di qualsiasi casalinga assidua spettatrice di trasmissioni trash nostrane, la popolarità. Joker vuole “soltanto vedere bruciare il mondo”, lo Zingaro vuole essere tenuto da conto, conosciuto e rispettato da quest’ultimo, la dimensione quasi filosofica del primo è capovolta in una tendenza al “buongiornismo” del secondo.
Il rapporto tanto improbabile quanto assurdo tra Enzo e Alessia sarà il vero motivo per cui potrà avere luogo lo scontro con lo Zingaro.
Non si parla più di guerre per la salvezza dell’umanità, non di grandi paladini che difendono la popolazione di una città oppressa ed assediata da supercattivi(anche questo in linea con l’ironia che denota la personalità dello Zingaro) di ma di un uomo qualsiasi, che nemmeno può essere annoverato tra i “buoni”, il quale per difendere una persona cara si trova a combattere con un pazzo capobanda di periferia. È questo il punto di forza del film, il riuscire quasi a parodiare il genere supereroistico facendo propri tuttavia tutti gli aspetti più belli e funzionanti di quest’ultimo.
Dal punto di vista tecnico, la fotografia si attesta su ottimi livelli: essendo una produzione italiana ed avendo un budget nemmeno lontanamente paragonabile a quello di un film delle compagnie cinematografiche precedentemente citate, non mi sarei mai aspettato di ricevere un prodotto così curato. Non ci saranno effetti speciali, scene in CGI o esplosioni(o forse si?), ma il risultato saranno scene ben bilanciate e assolutamente non assimilabili ad una produzione low budget.
Che dire di questo Lo chiamavano Jeeg Robot? Speriamo che oltre le vagonate di cinepanettoni il pubblico dello stivale venga abituato più spesso a produzioni di questo tipo.
Link Trailer https://www.youtube.com/watch?v=y8nHHmSiKzM
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