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Le notti Bianche-Fëdor Michajlovič Dostoevskij

  • Gatsby
  • 14 ago 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Solitario, incompreso, illuso, evanescente ... Il nostro protagonista - di cui ignoriamo persino il nome - si presenta così. Sin dalle prime pagine, il lettore viene inevitabilmente affascinato dall’originale nonché stravagante personalità di un individuo fuori dall’ordinario, apparentemente incapace di instaurare rapporti sociali e affettuosi, estraniato in modo pressoché totale dal difficile mondo che lo circonda. La realtà viene rappresentata da una Pietroburgo spenta, quasi disabitata, cupa e priva di qualsiasi stimolo costruttivo … dove rifugiarsi allora se non nei propri sogni ? Sono questi infatti i luoghi ideali per riflettere in armonia, liberare la fantasia, conoscere e, perché no, trovare un barlume di felicità.

Ma “Le notti bianche” riporta la storia di un sognatore, non di un sogno; un personaggio incredibilmente profondo che, passeggiando sul lungofiume in una fredda notte, si imbatte per caso in una giovane e inquieta ragazza, molto simile a lui sotto diversi aspetti. Sebbene risulti di breve durata, fra i due si crea un legame inusuale, focalizzato sulla conversazione e sull’appassionata conoscenza, dove l’amore e la reciproca timidezza si conciliano con semplicità … un suggestivo viaggio per provare a comprendere la durezza del mondo reale e il potere salvifico della più fervida immaginazione.

Un testo di notevole importanza, rivolto a tutti coloro che desiderano avvicinarsi con una maggiore consapevolezza alle opere del celebre scrittore russo, con l’intento di riviverne le emozioni e capirne la recondita filosofia.

“Invano il sognatore rovista nei suoi vecchi sogni, come fra la cenere, cercandovi una piccola scintilla per soffiarci sopra e riscaldare con il fuoco rinnovato il proprio cuore freddo, e far risorgere ciò che prima gli era così caro, che commuoveva la sua anima, che gli faceva ribollire il sangue, da strappargli le lacrime dagli occhi, così ingannandolo meravigliosamente ...”

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