Rogue One: ho un gran bel presentimento!
- Anakin
- 24 ago 2017
- Tempo di lettura: 6 min
Parlare di Star Wars per molti fan(me compreso) è un po' come parlare di religione e quando si tirano in ballo argomenti così delicati e intoccabili è difficile essere obbiettivi. E Rogue One: a star wars story punta a questa tipologia di spettatori, quelli che fanno fatica a contenersi nel dilapidare i propri risparmi di fronte a qualsiasi gadget che abbia stampato il logo di una delle saghe cinematografiche più importanti e di successo della storia.
E si, i grandi appassionati, che già di per sé sono innumerevoli, sono la preda principale per i box office dello spin-off proveniente da quella galassia lontana lontana; mi sento tuttavia di poter affermare che il trand di un film che di primo acchito potrebbe essere bollato come di nicchia, sia in realtà indirizzato ad una platea ben più ampia.

Anzitutto, la domanda da un milione di dollari, si può vedere Rogue One senza aver visto nemmeno un film della saga principale?
Non credo sia necessario dire che la conoscenza degli altri capitoli(oltre che essere un must per ogni cinefilo convinto e non solo) aggiunga un grado di apprezzamento maggiore di fronte a tutti quei riferimenti di cui è chiaramente imbottita la pellicola(in modo meno aggressivo e più velato dell'episodio 7), ma non dimentichiamoci che questo Rogue One NON appartiene alla saga numerata e in realtà anche un neofita dell'epopea spaziale può godersi questo film, cogliendone peró solo una parte.

Il primo spin-off Disney ha due anime, due chiavi di lettura. La prima ci permette di vederlo per quello che è, una storia posta tra episodio III ed episodio IV. Ricordate l'opening crawl del 1977 in cui si fa menzione a delle spie ribelli che sono riuscite a trafugare i piani segreti della Morte Nera? Ecco, la storia in questione è proprio questa: alcuni valorosi ribelli tenteranno un’epica azione militare atta a trafugare i progetti di costruzione della mostruosa stazione spaziale.
Tutto qui? Si, a livello puramente narrativo, tutto qui.

All’impero galattico è già stato dedicato un film, decine di libri, centinaia di storie. Ma sugli avversari di Palpatine e Darth Fener(Vader) ci si è sempre prestata meno attenzione. Verranno dunque descritte per la prima volta le assemblee dell’alleanza, tramite le quali vengono prese le decisioni più importanti circa strategie belliche e piani di difesa.
Se siete tra quelli che hanno odiato i prequel o parti di essi per colpa dei pipponi politici che vengono trattati nella seconda trilogia e al mio menzionare “assemblee dell’alleanza" siete stati colti da istinti omicidi, rilassatevi. Posate i vostri blaster e detonatori termici assortiti. Rogue One: a Star Wars story è un film estremamente dinamico, movimentato, e le sequenze d’azione e di combattimento sono tra le più godibili della saga.
Ho parlato infatti in precedenza della doppia anima che permea l’atmosfera starwarsiana di questo spin-off e la seconda non ancora trattata è appunto la vena di film d’azione e soprattutto di guerra che il film stesso si da.
Gli scontri terrestri e spaziali sono spesso e volentieri gradevoli e come detto apprezzabili anche solo per la certosina regia che le ha partorite. Solo in alcuni casi lo spettatore più accorto può storcere il naso, di fronte per esempio a riproduzioni di star destroyer fin troppo “giocattolosi”.
Ciò che ha reso memorabile Star Wars sono principalmente i personaggi, le ambientazioni e la mitica colonna sonora.
Partiamo dai personaggi
Come sappiamo in questa pellicola alcune spie ribelli ruberanno dei piani segreti. Lo spettatore più accorto, già prima della visione completa del film, penserà che se di queste nel ’77 non ve n’era traccia vuol dire che con ogni probabilità la loro fine non sia stata delle migliori.
Rogue One, dal fardello di dover presentare dei personaggi la cui data di scadenza è assai prossima, da vita ad uno dei punti più positivi del film, la collettività. Non ci sarà un personaggio in particolare che prenderà le redini delle scene, il vero protagonista sarà, appunto, la collettività, tutto il gruppo di ribelli che si sacrificherà per un ideale di libertà che sembrava spento dopo la salita al potere di Palpatine. Il motto di questo Rogue One potrebbe essere sintetizzato in “perdo io, vinciamo noi”. Ogni spettatore avrà il proprio personaggio preferito ma un vero e non ci sarà un vero e proprio protagonista.
La teoricamente protagonista femminile è figlia di uno scienziato imperiale la cui figura sarà determinante per colmare uno dei “buchi”(chi ha visto il film noterà la vena ironica) di sceneggiatura di Episodio IV e risulta forse anche più carismatica di Rey in Episodio VII.

Il droide k-2SO è parecchio sfortunato. Spodestare dall’immaginario collettivo figure fatte di viti e bulloni come C3-PO ed R2-D2 è matematicamente impossibile, eppure il fatto che non ci riesca o che non ci possa riuscire non significa che sia meno indimenticabile. Battute taglienti, le sue, che riescono a stemperare la tensione nei momenti più opportuni e contemporaneamente danno quel tocco di sarcasmo che non guasta mai.
Chirrut Îmwe è il personaggio che ci riporta alla mente il concetto della forza: il motto che gradualmente nel film anche altri personaggi gli copieranno riecheggia già nelle menti dei fan più affezionati. Fan che hanno probabilmente trovato un nuovo capitolo a cui affezionarsi.
Che dire delle ambientazioni? Forse soffrono dello stesso trattamento riservato ai protagonisti. Nella parte iniziale del film vengono presentate decine di pianeti ma nessuno di questi rimarrà particolarmente impresso. E no, Skariff è esentato da questo discorso.
Star Wars ha riscosso il mostruoso e duraturo successo di cui può fregiarsi grazie anche e soprattutto al comparto audio e ad una colonna sonora che da più testate è stata definita come la più bella della storia del cinema.
John Williams è una sicurezza e in parte già lo era nel ’77, quando Lucas azzardò a scegliere la London Symphony Orchestra piuttosto che la musica elettronica che andava forte in quel periodo.
Ma in quella galassia lontana lontana, a questo giro, tra le distese di Scarif e in orbita della Morte Nera, non riecheggiano le note del creatore di Binary Sunset e della marcia imperiale. A dirigere troviamo Michael Giacchino, compositore parecchio apprezzato da Gareth Edwards ma che alcuni fan accaniti della saga potrebbero far fatica a farsi andare giù. Perché diciamolo, passi l’eliminazione dell’opening crawl tradizionale, passi il non vedere(o quasi) spade laser nel corso del film, passi pure il non avere particolari implementazioni del concetto della forza, ma qualche piccolo rimando alla scena dei due soli in Una nuova speranza o alla fine della Vendetta dei sith è chiedere tanto? Effettivamente, per quanto Giacchino non compia un lavoro scadente o sbagliato, la mancanza del nostro amato John si sente, come quelle note che hanno accompagnato diverse generazioni di spettatori.
Troviamo tributi all’universo espanso in personaggi come Saw Garrera, appartenente alla serie the Clone Wars, e in una scena di combattimento spaziale viene persino inserito un cammeo con l’apparizione della Ghost, nave spaziale di Rebels.
Troviamo una serie di elementi che effettivamente sanno di quell’atmosfera creatasi con l’avvento de Il Risveglio della Forza, in quella giusta mistura con costumi, astronavi e anche alcuni personaggi tipici della trilogia classica.
Un grande punto a favore per quanto riguarda gli scontri e le battaglie che popolano la maggior parte delle scene di questo film di guerra starwarsiano sta nel fatto che gli innumerevoli mezzi dell'universo lucasiano vengono mescolati e usati in modo più completo rispetto che nella trilogia classica: nella stessa battaglia possiamo vedere scontri tra una schiera di at-at walker, una squadriglia di x-wing e contemporaneamente avere sopra la testa diversi star destroyer, dozzine di caccia tie e altre navette delle forze ribelli.

Il finale del film presenta un crescendo di epicità e tensione emotiva: l’azione, che in un primo momento avrà natura stealth, prendendo in prestito un termine dall’universo videoludico, raggiungerà livelli superiori anche agli altri film della saga. E proprio in queste ultime sequenze che il buon Edwards(ah se J.J. avesse fatto una chiacchierata con lui prima di girare il Risveglio della forza…) inserisce alcune chicche, citazioni e rimandi che, senza alcuno spoiler, saranno molto più gradevoli e allo stesso tempo funzionali allo svolgimento della storia rispetto che le carrellate di citazioni che farcivano episodio VII. E se qualcuno se lo chiedesse, no, sono stati levati i titolati iniziali e le musiche di John Williams ma il nostro “I have a bad feeling about this” è sempre lì.
Non l’ho nascosto durante l’articolo, il mio parere in ambito starwarsiano è sempre molto di parte ma l’anima di questo portale è appunto quella di una valvola di sfogo di pareri il più personali possibili su quella che è una passione comune, il buon cinema. E nell’esporre le nostre opinioni in ambito cinematografico e non solo, noi di Orion puntiamo a creare spunti di riflessione e discussione come potremmo fare con un parente o un amico appena usciti dal cinema. In fondo la parte più bella di una serata accompagnata da un film con amici è appunto lo scambio di opinioni inerenti al film stesso. Dunque è questo che troverete su Orion, semplici opinioni sulle sensazioni che ci hanno suscitato film, serie tv, anime e molto altro.
Link trailer -----> https://www.youtube.com/watch?v=5Be8Q2QWUMQ
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